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Il centro storico di Ragusa - Il nuovo abitato

Ultima modifica 11 marzo 2018

Nell'estate del 1693, venne a Ragusa il Procuratore generale del Conte di Modica, don Antonio Romeo y Anderas, il quale visitò la città per rendersi conto dei danni del sisma. 
In quell'occasione ricevette la richiesta di edificazione dell'abitato nel "piano del Patro", richiesta che venne subito accolta "riconoscendo il sito assai commodo per la fabbricatione sia per la salubrità dell'aere, come per la pianura di sito, commodità dell'acqua, abbondanza delle pietre ed altre necessarie circostanze per una commoda abbitazione".

Ottenuta l'autorizzazione, cominciò subito l'edificazione di case in muratura, come gli otto corpi di case costruiti per il provicario don Antonino Mazza, nel novembre del 1693, o i due corpi di case costruiti nel gennaio del 1694 per il sac. G. Battista Migliorisi e per Vincenza Mazza Ioppolo.

Nel 1694 veniva dato inizio anche alla costruzione della nuova chiesa di S. Giovanni, alla cui posa della prima pietra, il 13 aprile, presenziavano tutte le piu' alte cariche dell'amministrazione della Contea e lo stesso Procuratore generale il quale, in segno di devozione, poneva nella buca alcune monete d'oro.

Con questa fastosa cerimonia venne dato l'avvio ufficiale alla edificazione del nuovo centro urbano, sviluppatesi secondo un vero e proprio modello urbanistico a maglia ortogonale, già largamente sperimentato nelle nuove città edificate dagli spagnoli in America Latina ed utilizzato nella ricostruzione barocca di molti altri centri siciliani. 
La storiografia locale ne ha attribuito la redazione al barone Mario Leggio, con la collaborazione del dott. Ignazio Garofalo, tuttavia, anche in questo caso, non esiste alcuna conferma documentaria, se si esclude un riferimento in alcune antiche strofette dialettali.

In molti documenti, riguardanti la ricostruzione della città, si fa riferimento, invece, al "disegno del Sig. Procuratore generale" e questo ha fatto pensare ad un vero e proprio progetto urbanistico elaborato o fatto elaborare da Antonio Romeo y Anderas, anche se in realtà non è chiaro se "disegno" sia inteso nel senso di vero e proprio progetto o nel senso di volontà. 
Un bando, emesso il 7 Agosto 1695 dallo stesso procuratore generale, indica le procedure da osservare per la costruzione delle case e viene dato mandato ai Giurati di Ragusa la Nuova di "vigilare alla ristorazione delle fabbriche distrutte dal passato terremoto et all'augmento d'esse" "perchè non portandosi con simmetria le strade pubbliche ne nasce deformità e poco decoro alla città". 
Una suggestiva ipotesi formulata in un recente studio vuole che la pianta della città sia stata redatta secondo precisi moduli proporzionali che si vogliono ricavare dall'antica pianta della chiesa di S. Giovanni Battista, la quale, come si legge in una relazione notarile del 1764, sarebbe poi stata ampliata con l'avanzamento del prospetto di palmi 20. In realtà l'ipotesi risulta assolutamente priva di fondamento dato che la relazione notarile, erroneamente attribuita alla chiesa di S. Giovanni Battista, in realtà si riferisce ad un'altra chiesa, quella di S. Giovanni Evangelista, oggi non piu' esistente.

Il nuovo abitato conobbe comunque un rapido sviluppo, sono numerosissime le nuove case edificate a cui si aggiungono le chiese: della Mercè (1698), di S. Pietro (1698), di S. Giuseppe (1700) e di S. Sebastiano (1703). 
Nel 1702 una relazione spedita dal Commissario del Vicerè ricorda che "nel nuovo sito del Patro in questi anni sono state costruite numerose buone case abitate da circa duemila persone con una pianta ricca di strade larghe e piazze simile a quella di Catania".

Lo sviluppo continuò durante tutto il secolo XVIII ed il successivo XIX, a metà del quale il nuovo abitato aveva una popolazione di trentamila abitanti, seguendo comunque lo stesso schema tracciato alla fine del '600. Un sostanziale cambiamento avvenne nel secondo quarto dell'800 con la costruzione del Ponte Vecchio, ultimato nel 1843 che, superando l'ostacolo naturale della Vallata Santa Domenica, consenti' l'espansione della città verso sud dove si trovavano i giacimenti di asfalto che proprio in quegli anni si cominciavano a sfruttare intensivamente.


I testi e le immagini sono state estratte dal libro: "I Monumenti del Tardo Barocco di Ragusa" 
per gentile concessione della T.N.G. srl - NONSOLOGRAFICA. 
Le foto sono di Francesco e Stefano Blancato, i testi di Giuseppe Antoci I diritti di autore sulle immagini e sui testi sono di esclusiva proprietà della - NONSOLOGRAFICA srl - 
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